The Good, the Bad and the Queen (2007)
Il nuovo ensemble di Damon Albarn (Blur, Gorillaz) con Paul Simonon (The Clash), Tony allen (Africa 70, Fela Kuti) e Simon Tong (The Verve), esordisce con un album dai toni cupi, a tratti anche angosciante, con lo stile vocale lamentoso di Albarn e le linee di basso pesanti e cadenzate di Simonon a caratterizzare il sound. Gli unici momenti che si distaccano da questa atmosfera sono "Kingdom of Doom", con i suoi vivaci accordi di piano e la jam finale della title-track. Chi fosse curioso di ascoltare come interagiscono le celebrate linee ritmiche afro di Allen nelle canzoni di Albarn rimarrà deluso: il suo apporto si mantiene sempre di basso profilo, ad eccezione di "Three Changes" e in alcune parti di "Nature Springs".
Il pezzo di apertura "History Song" stabilisce subito il mood del disco, con la soffice chitarra di Tong che fa spazio al basso cupo e ai cori minacciosi dell'ex Clash, su cui si insinua la voce di Damon con il testo che parla in tono malinconico di domeniche tristi trascorse a guardare le navi attraversare l'estuario del Tamigi.
I testi del disco sono costellati da riferimenti a eventi di cronaca particolarmente tristi: "Northern Whale" è dedicata alla balena arenatasi l'anno scorso sul Tamigi; "Kingdom of Doom" descrive le persone che si ubriacano per dimenticare la guerra ("drink all day for the country at war"); la convulsa "Three Changes" si riferisce all'Inghilterra come una piccola isola incazzata piena di gente confusa ("A stroppy little island full of mixed up people"). In "Nature Springs" ci sono riferimenti alle alluvioni e agli tsunami, mentre la riflessiva "Herculean" ci informa che "everyone's going to heaven slowly".
Il disco è prodotto dal versatile Danger Mouse, che crea un'atmosfera completamente diversa dalle sue ultime collaborazioni (St. Elsewhere per Gnarls Barkley), candidandosi a diventare uno dei produttori di punta del mercato attuale.
In conclusione, un album complesso e non immediatamente godibile, che però riconferma Albarn come uno dei piu' innovativi e talentuosi della sua generazione.
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