U2 - No Line on the Horizon
Ecco il disco del grande ritorno dei dublinesi, dopo "How to dismantle an atomic bomb" (2004) che aveva mostrato una preoccupante carenza d'ispirazione, pur contenendo due splendide gemme come "Sometimes You Can't Make It On Your Own" (dedicata al padre appena scomparso di Bono) e "City of Blinding Lights".
E dire che questo nuovo album era stato anticipato dal singolo "Get On Your Boots", un rock tiratissimo con molti punti in comune con la "Vertigo" del'album del 2004, che ha avuto il pregio di confondere le idee, dando l'impressione che gli U2 volessero proporre un disco ruvido ed essenziale, analogamente ai REM per il loro "Accelerate" del 2008.
E invece la scaletta di "No Line On The Horizon" brilla proprio per la diversita', con suoni, generi e stili differenti accostati l'uno all'altro, con il punto in comune della voce di Bono sempre emozionante accompagnata dal gruppo sapientemente condotto per mano dalla produzione geniale dei fidati Eno, Lanois e Lillywhite.
Gia' dalla opening track, che da' il titolo all'album, si percepisce la misura del cambiamento sonoro, con l'incedere atipico, la voce di Bono che ricama una melodia insolita spezzando la metrica delle frasi sul ritornello ed un mix di psichedelia e new age. Segue "Magnificient", che si presenta con un The Edge versione hard-rock seventies per virare sulle tastiere liquide di Brian Eno e poi salire di ritmo e riportarci agli U2 di "War". Si continua con "Moment of Surrender": fin dal primo ascolto l'ho memorizzata come il punto piu' alto dell'album, una ballata di 7 minuti perfetta, un moderno gospel per organo, archi e beat elettronici, sulla quale Bono canta divinamente con tutta la sua anima soul. L'atmosfera rimane sognante e avvolgente anche nella successiva "Unknown Caller", impreziosita da un insolito assolo di The Edge. I tre brani successivi ("I'll go crazy if I don't go crazy tonight", "Get on your boots" e "Stand up comedy") fanno esplodere tutta l'energia che confermano la band irlandese come "migliore rock'n'roll del mondo", ma un rock'n'roll del 21° secolo, dove groove, sudore, funky, elettronica, psichedelia ed Elvis si mischiano perfettamente.
La tensione emotiva di "Moment of Surrender" ritorna in "Fez-Being Born" pezzo con un groove percussivo di primo ordine e quasi 2 minuti di intro solo musica. Si continua con un'altra ballata , "White as Snow", dove il metronomo rallenta la sua corsa e ci mostra l'anima folk degli U2: solo una chitarra arpeggiata e la voce di Bono. Con "Breathe" si risale velocemente di ritmo e di grinta: power chords, sezione ritmica serrata e Bono che canta in modo sempre molto imprevisto, a volte sembra quasi parlare per poi esplodere con urli nel ritornello, trascinandoci verso un finale strepitoso fra archi, riff e cori.
L'album si chiude con "Cedars of Lebanon", dove la voce quasi narrante del cantante si adagia su un'atmosfera tipica mediorientale.
E poi l'unica possibilita' data all'ascoltatore e' ricominciare dall'inizio, per riascoltare e scoprire le mille sfaccettature di questo lavoro, che si pone a pieno titolo come uno dei punti qualitativamente piu' alti nella discografia degli U2.
TRACKLIST
"No line on the horizon"
"Magnificent"
"Moment of surrender"
"Unknown caller"
"I'll go crazy if I don't go crazy tonight"
"Get on your boots"
"Stand up comedy"
"Fez - Being born"
"White as snow"
"Breathe"
"Cedars of Lebanon"
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