AC/DC - Black Ice
Gli AC/DC restano fedeli alla linea: niente concept album, niente tastiere, niente ballate, niente cori gospel. Rappresentano la tradizione dell’hard rock e vivono nel culto del rock. Il rock come religione, ideale, codice di comportamento. Coerente al punto da cadere nei suoi peggiori difetti, come il sessismo nei testi, il purismo a tutti i costi, i cliché a decine, gli slogan fuori dal tempo. Ma il rovescio buono della medaglia è l’essenzialità elevata a stile: nessuna contaminazione, solo il blues suonato ad alto volume.
Ci sono voluti otto anni perché i fratelli Young tornassero a farsi sentire con un disco di inediti, otto anni da "Stiff Upper Lip", otto anni di silenzio o quasi prima che gli AC/DC dessero alle stampe il nuovo, diciottesimo, capitolo della loro saga, "Black Ice", registrato in 7 settimane nei Wharehouse Studios di Vancouver, Canada.
Più di trent'anni e rotti di carriera sulle spalle, per una delle entità musicali contemporanee più influenti di tutti i tempi, tutti nel segno della fedeltà alle proprie passioni, fin dai vagiti di "High Voltage", nel 1976, passando per la maturazione (e il successo) di "Highway To Hell" nel 1979, fino alla tragedia della morte del cantante Bon Scott, dalla quale ha saputo risollevarsi e riplasmarsi nel 1980, in occasione della pietra miliare "Back In Black". Ed ora eccoli di nuovo qui, con l'aiuto del più acclamato produttore dell'attuale scena rock, Brendan O'Brien, a farci battere le mani e i piedi a tempo di quel Hard Rock Boogie che solo loro hanno saputo inventare.
Il disco inizia nel migliore dei modi, perché il singolo "Rock'n Roll Train" ha tutto ciò che ci si attende dagli AC/DC: riffettone memorabile, groove da vendere e refrain con tanto di coro da stadio. Nell'album troviamo richiami al southern rock tipo ZZ Top in "Decibel" (dove si puo' ascoltare la voce del cantante senza falsetto, evento più unico che raro…), alla slide guitar zeppelliniana in "Stormy My Day", a riffs tipici di Springsteen in "Anything Goes". In quest'ultima e nell'ottima "Rock'n'roll dreams" si nota tra l'altro una venatura diversa, più curata, anche più melodica del solito.
Il marchio dei fratellini australiani (110 anni in due!!) e' impresso a fuoco in "Big Jack", "War Machine" (che ricorda il grande classico "Given The Dog A Bone") e "Smash'n'Grab", che sprizzano fuoco e grande chitarrismo hard boogie. E ancora "Spolin' for a fight", con quel suo riff nevrotico che cattura sin dal primo ascolto.
All'interno della lunga tracklist (oltre 55 minuti, per l'album di studio piu' lungo nella storia del gruppo) troviamo anche qualche brano sottotono come il mid-tempo "Money Made", spento e poco ispirato, a tratti persino irritante nel suo andamento sincopato, o la stessa oscura ed incalzante title-track.
Consigliato a tutti i rockettari dai 3 ai 90 anni.
Tracklist:
01. Rock ‘N Roll Train
02. Skies On Fire
03. Big Jack
04. Anything Goes
05. War Machine
06. Smash ‘N Grab
07. Spoilin’ For A Fight
08. Wheels
09. Decibel
10. Stormy May Day
11. She Likes Rock ‘N Roll
12. Money Made
13. Rock ‘N Roll Dream
14. Rocking All The Way
15. Black Ice
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